Un respiro azzurro chiaro

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Ti ricordi quando il vento ci ha tolto il respiro? Prima sdraiati sul campo ci bastava un solo respiro preso di vento per capire lo sbaglio sulle paure, con il vento sul collo e sul corpo. Ecco adesso respiro appena, la mia voce è un soffio. Solo un respiro il mio, profondo e infinito, che rallenta, scende in profondità, si adatta al soffio del mondo. É respiro fetale, è la vita che vive. Perché di acqua e respiro, di passi sparsi, di bocconi di vento, di lentezza, di incerto movimento, di precise parole, si vive. Solo perché respiro ho illuminazioni. Solo perché respiro ho strane emozioni. Poi è la musica che rende incoscienti, la musica scioglie promesse per noi, ci compera la mente, fa saltare le difese e come un respiro tranquillo la vita continua. Ma chi ci insegnerà a guardare il cielo fino a rimanere senza respiro? Con chi cammineremo contromano e ascolteremo il respiro della terra? Ecco la canzone lontana che ritorna per farsi cantare da noi. Puoi scoprirne gli accordi, il ritmo e la melodia. Tu per farti accarezzare, ti stiri, ti avvicini, si confonde il respiro, si accelera il fiato, è la vita che vive, ciò che la precede, la segue, la sopravanza e porta un respiro azzurro chiaro con movenza rosa polvere. Sì, è la vita che va, un’altra piccola morte che viene e ripenso alle due o tre cose che mi fanno davvero: annegarti negli occhi, rubarti il respiro. Perché io respiro ma non abbastanza se non respiri tu vicino a me anche se a volte il tuo collo è di ghiaccio e il respiro non c’è. Respira ancora e riprendi vigore nel mio cuore, non avere paura di guardarmi e non vedermi. Lo senti il respiro della notte? No, sento il mio cuore inciampare, fermarsi, andare a pezzi come non vorrei sentire mai. Allora cerca di restare immobile, non parlare. Il respiro lento all’unisono rallenta il cuore, muta la furia in ebbrezza, in tenerezza. Lasciati andare. Piano. Fino a che non sarai tutto il cielo che gira qui intorno, il respiro del giorno. Lascia che sia il vento il tuo ultimo respiro, purché sia davvero libero, che per sopravvivere in quell’attimo ne basta appena un alito.

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Dedicato a tutte le persone senza respiro morte per Covid e soprattutto ai 22 anziani deceduti qualche giorno fa in Liguria e definiti da quella specie di cartone animato che governa la regione ‘non indispensabili allo sforzo produttivo del paese’.
Io credo che se c’è qualcuno non indispensabile questo sei proprio tu, Giovanni Toti.
Vergognati tu e tutta la tua schiera di brutta gente.

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